Dato che non siamo qui solo a dire cialtronate e a prendere in giro la gente, oggi ho deciso di fare un po’ di sana cultura, parlandovi de La Tagliata, opera in tre atti di Giuseppe Verza su libretto di Francesco Maria Piave Mormorò Non Passa Lo Straniero, tratto dalla pièce teatrale di Alexandre Dumuc, La signora delle mammellie.
Fra i passaggi più popolari dell’opera, ricordo l’invocazione di Chianina Tagliami, Alfredo, il famoso brindisi Mungiamo ne’ lieti calici, e la cabaletta Sempre libera degg’io ruminar di gioia in gioia.
La Tagliata è nota tra gli addetti ai lavori soprattutto per essere stata copiata e stravolta da Giuseppe Verdi, che trasformando l’eroina bovina in una prostituta d’alto bordo malata di tisi, ed eliminando la tragicità di alcune scene (si pensi che la spaventosa richiesta “Tagliami, Alfredo” diviene un melenso “Amami, Alfredo”), ottiene tuttavia più successo e notorietà, con il titolo tragicomico La Traviata.
Oggigiorno, è immensamente difficile trovare un teatro lirico che metta ancora in scena La Tagliata, anche per le difficoltà effettive nel preparare una mucca al canto lirico, cercherò perciò di esporvene la sinossi senza dimenticare particolari importanti. Vi invito tuttavia a cercare il libretto completo dell’opera, ristampato recentemente dalla lungimirante Latterio Editore.
PERSONAGGI PRINCIPALI
- Chianina, la vacca
- Alfredo, il mungitore
- Il Padrone
ATTO I
L’opera si apre in un elegante salone della casa parigina di Chianina, una vacca, che attende i propri invitati. Quando questi arrivano, la padrona di casa saluta tutti con toni festosi. Le viene presentato Alfredo, il suo nuovo mungitore che durante la recente malattia della mucca è venuto più volte a chiedere sue notizie. A questo punto, Chianina rimprovera il suo Padrone di non aver avuto lo stesso riguardo, ma a stemperare il momento di tensione interviene proprio Alfredo che propone un brindisi.
Mungiamo, mungiamo ne’ lieti calici,
che la bellezza allatta;
e la fuggevol, fuggevol ora
s’inebri a voluttà.
Ormai l’amore tra Alfredo e Chianina è sbocciato, nessuno dei due può farne a meno, ma la vacca, che come abbiamo detto è reduce da un lunga malattia, teme che Alfredo sia lì come tutti gli altri solo per il suo latte, e che quando si sarà stufato di spremerle le poppe o quando lei non potrà più essere munta, la abbandonerà. Cerca perciò di scacciarlo dalla mente, e di ricordare i giorni felici, in cui la sua sola preoccupazione era scegliere in quale pascolo andare.
Sempre libera degg’io
ruminar di gioia in gioia.
Vo’ che scorra il viver mio
pei sentieri dell’allattar.
Nasca il giorno, o il giorno muoia,
sempre lieta ne’ ritrovi.
A pascoli sempre nuovi
dee volare il mio pensier.
ATTO II
Venuta a sapere che la malattia che l’aveva quasi uccisa sta di nuovo crescendo dentro lei, Chianina è terrorizzata al pensiero di perdere Alfredo, preoccupazione che viene accresciuta quando il Padrone le comunica di aver deciso di macellarla prima che il suo brutto male renda inutilizzabile anche la sua carne. Le concede però la possibilità di dire addio al suo amato Alfredo e di passare con lui un’ultima notte. A questo punto, Chianina è decisa a implorare il suo stesso amato di macellarla, in modo che solo lui possa nutrirsi del suo corpo. Non gli dice però che il suo destino è comunque segnato, e Alfredo ovviamente non ne vorrà sapere.
Tagliami, Alfredo,
tagliami, dai, andiamo!
Tagliami, Alfredo,
dai, andiamo,
dai, andiamo!
Addio!
ATTO III
Dopo il rifiuto di Alfredo di cibarsi di lei, Chianina fugge per evitare di essere mangiata dal Padrone, e Alfredo crede che alla fine la vacca l’abbia abbandonato. Furioso con lei, cerca invano di dimenticarla per oltre un anno, senza avere sue notizie, fino a quando il Padrone, pentito, decide di confessare la verità al giovane mungitore. Appreso della malattia di Chianina, Alfredo smuove mari e monti per ritrovarla, sicuro che tutto si possa risolvere e di poter vivere con lei il resto della sua vita ma, quando la trova, la mucca è ormai sul letto di morte. Vedendo il suo Alfredo, per un momento, Chianina sembra riacquistare le forze, si alza dal letto, non sente più dolore, canta, ma subito cade a terra morta. Alfredo, tra le lacrime, decide di esaudire il desiderio della sua vacca, e ordina che col corpo di Chianina gli venga preparata la migliore tagliata della sua vita.
Cessarono gli spasmi del dolore.
In me rinasce, rinasce,
m’agita insolito vigore!
Ah! Ma io ritorno ad allattar!
Oh gioia!