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Doctor Strange: Recensione

31 Ottobre 2016

Di tutti i personaggi della Marvel, il Dottor Strange è sempre stato uno dei miei preferiti, nonostante abbia letto relativamente pochi fumetti su di lui. Maestro delle arti occulte, Stregone Supremo della Terra, dotato di immensi poteri mistici, il buon dottore non ha mai avuto vita facile tra i lettori, sempre relegato ad un ruolo di secondo piano, ad una nicchia psichedelica e New Age più figlia del ’68 che dei favolosi ’80 e ’90 a cui tanto devono i supereroi di maggior rilievo. Costantemente chiuso nel suo Sanctum Sanctorum al 177A di Bleecker Street nel Greenwich Village, tra vecchi libri impolverati, piuttosto che in dimensioni astratte o demoniache a lanciare incantesimi, il suo modus operandi non è esattamente quello che esalta i ragazzini… non quando ci sono tizi in calzamaglia che saltano da un palazzo all’altro, fermano treni in corsa o fanno a pugni con mostri alieni. Il Dottor Strange non è un supereroe: è uno stregone, è un guardiano, è uno studioso.

Il film Doctor Strange non tradisce il personaggio. Non lo addolcisce quando è ancora un egocentrico arrogante chirurgo di successo, né lo trasforma in uno scoppiettante clown da botteghino alla ricerca di un pubblico che evidentemente non è il suo. Quando sono andato a vederlo, l’età media in sala era tra i 30 e 60 anni: decisamente più alta che per qualsiasi altro film targato Marvel-Disney degli ultimi anni.

La trama, la faccio breve, è piuttosto semplice… Affermato chirurgo di successo, alla ricerca di riflettori e fama, arrogante ed egocentrico, Stephen Strange ha un grave incidente automobilistico in seguito al quale perde quasi completamente l’uso delle mani e irrimediabilmente la possibilità di svolgere il suo lavoro, la cosa a cui tiene di più al mondo. Inizia così a sperperare tutto il suo denaro alla ricerca di cure sperimentali e alternative, senza successo, fino a quando, ormai povero e in disgrazia, viene a sapere dell’esistenza di un misterioso guaritore, l’Antico, in grado di restituirgli l’agognato uso delle mani. Ciò che l’aspetta però andrà contro tutto ciò che crede di sapere sulla nostra realtà e cambierà per sempre la sua vita, costringendolo ad affrontare non solo demoni di altre dimensioni, ma anche e soprattutto quelli che porta dentro di sé. Un percorso attraverso arti mistiche, autocoscienza e riscoperta di valori che lascerà delusi gli amanti dell’azione a tutti i costi, delle interminabili battaglie e delle cospirazioni criminali e/o politiche degli altri film Marvel.

Per quanto riguarda la sceneggiatura sempre frizzante e la performance di interpreti di ormai comprovata bravura quali Benedict Cumberbatch (Strange), Tilda Swinton (l’Antico), Chiwetel Ejiofor (Mordo), Benedict Wong (Wong) e Rachel McAdams (Christine Palmer), mi sembra quasi superfluo ogni commento. Tutti i personaggi sono ben definiti e approfonditi quanto basta in proporzione al loro ruolo. Se proprio devo fare un appunto, mi sarei aspettato uno sguardo un po’ più malizioso su Mordo, che però credo non tarderà ad arrivare nel sequel che è già in programma.

Voto: 9/10

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