Che cos’è l’umorismo? Su cosa è moralmente ed eticamente lecito ridere? Dov’è il limite ultimo da non superare nella comicità e nella satira? Queste sono le domande inespresse a cui Ricky Gervais cerca di rispondere nel suo show Humanity per Netflix, portando sotto i riflettori in particolar modo l’approcciarsi di queste tematiche ad un mondo dominato dai social network e dalla possibilità per chiunque di dire qualsiasi cosa, senza doversene prendere la responsabilità.
Ricky si impegna in un esilarante e irriverente monologo contro il perbenismo, la censura popolare e l’inconsistenza dell’“uomo medio”, che commenta e giudica tutto da dietro un computer, che prende sul personale qualsiasi opinione venga espressa, e che si sente autorizzato a contestarla (più o meno civilmente) anche quando basata sui fatti.
«Si è evoluto un pensiero stupido che abbiamo da sempre “la mia opinione vale quanto la tua” in “la mia opinione vale quanto i tuoi fatti”. Non ha senso!» dice Gervais, ritrovando la colpa di questa nuova tendenza proprio nei social network. E mentre legge i commenti e le risposte che riceve su Twitter, deve spesso interrompersi per aggiungere: «Avrei dovuto lasciar perdere!», ma non lascia perdere mai, smontando sistematicamente qualsiasi critica o insulto abbia ricevuto semplicemente con logica e buon senso.
È un umorismo nero quello di Ricky, scherza e ride su qualsiasi argomento – morte, malattia, LGBT, olocausto, stupro etc. – punzecchiando le diverse sensibilità degli spettatori che ormai osservano tutto con uno smartphone in mano per pubblicare in tempo reale le proprie opinioni. E così salta fuori il gruppo di mamme che considera un’allergia alle noccioline più grave dell’olocausto, o l’utente che si indigna per la volgarità utilizzata nel condannare la tortura degli animali.
Un’altra cosa veramente ridicola: “Chiediamo all’uomo medio cosa ne pensa”. Smettiamola di chiedere all’uomo medio… Lo sapete quanto è stupido l’uomo medio? Vendiamo ancora bottiglie di candeggina con una grossa etichetta che dice: “Non bere”.
La conclusione dello spettacolo risponde a tutte le domande che ci eravamo posti all’inizio e deriva da una regola che si sono dati Ricky e il fratello Bob da ragazzi, per superare un’infanzia difficile tra privazioni e povertà, e su cui il british comedian ha costruito le proprie fondamenta: «Se ti viene in mente qualcosa di divertente, dilla. In ogni caso, qualsiasi siano le conseguenze!». Perché sì, è evidente che qualcosa sia andato tremendamente storto nell’evoluzione dell’uomo e, probabilmente, l’unica consolazione è riderne.
Articolo scritto per il Blog di eCampus