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Tre casi in cui è meglio usare bene le emoji

03 Novembre 2016

Dalla loro prima comparsa, le emoji hanno subito svariati cambiamenti sia nella grafica che nell’utilizzo. Da semplici combinazioni di segni interpuntivi (emoticon) a sempre più elaborate faccine, spesso con tanto di animazione.

C’è chi le ama e chi le odia. Chi sostiene che siano l’unico modo per evitare fastidiosi fraintendimenti in chat, chi è convinto che potrebbero essere la causa della prossima guerra mondiale.

Come sempre, la verità sta nel mezzo, nell’uso moderato, e nell’intelligenza dell’utilizzatore. Proprio come una pistola, sono innocue finché qualcuno non le sfodera.

Ecco, per esempio, 3 casi in cui le simpatiche faccine potrebbero tornare comode…

1. L’uso delle emoji è consigliato qualora si volesse stroncare velocemente una conversazione. Ottimo, per esempio, quando qualcuno vi cerca come spalla su cui piangere: una faccina triste o un bel sorrisone come risposta, possono assolvere il compito di mille parole.

2. L’uso delle emoticon è praticamente obbligatorio ogni qual volta si dica qualcosa di particolarmente sgradevole al proprio interlocutore. Con la giusta selezione e un po’ di pratica, potrete scrivergli qualunque cosa

3. In una chat tra innamorati, l’uso di emoticon può rendere più intimo e “coccoloso” il contesto. Certo bisogna stare attenti al diabete, che è sempre dietro l’angolo… insieme all’idraulico!

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